Cristo rifiuta la tradizione.
L’incontro avvenuto tra la donna Samaritana e Gesù al pozzo di Giacobbe, nei pressi di Sicar, nel territorio di Samaria, sicuramente non era stato casuale. Quest’antico pozzo ancora in uso, lasciato in eredità dal vecchio patriarca, tiene nascosto una lezione particolare. Cercherò di portarla alla luce.
Sappiamo che la donna, essendo abituata ai ritmi della sua quotidianità, si avvicinò al pozzo per attingere la quantità di acqua per il suo fabbisogno giornaliero. Non sapeva che là c’era uno sconosciuto, in sua attesa seduto sul muretto, che l’avrebbe coinvolta in un dialogo molto profondo e, per certi versi, per lei non poco inquietante.. Gesù, da buon maestro, sa aspettare il suo momento e instaura un dialogo normale chiedendole dell’acqua da bere. «Gesù le disse: «Dammi da bere». La donna samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: “Dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva». La Samaritana comprende che lo straniero, parlando con quei toni, dovrà sapere parecchie cose sul regno di Dio e della sua venuta. Accetta con naturalezza il confronto religioso e risponde con un argomento che conosce bene, quello riferito ai padri della fede: Abramo, Isacco, Giacobbe. «Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è profondo; da dove avresti dunque quest’acqua viva? Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso con i suoi figli e il suo bestiame?» Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò, diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna». Confr. Vangelo di Giovanni 4:4-30.
Con questa risposta Gesù fa tabula rasa di ogni tipo di tradizione, sia essa teologica, apostolica, ecclesiale. Egli trasmette contemporaneamente tre importanti messaggi di cui bisogna tenere conto per non naufragare nella fede.
TRE IMPORTANTI MESSAGGI
■ 1. Abbandonate il secchio della tradizione dei padri, non bevete di quest’acqua!
■ 2. Dal serbatoio della tradizione nessuna chiesa può fare fuoriuscire l’acqua viva che dovrebbe dissetare le genti, i popoli.
■ 3. Solo Gesù può dire: venite a me perché io sono l’acqua viva che non perisce. Io solo sono l’unica Via che mena al Padre in cielo (Cfr. Giovanni 14:6).
La donna è impressionata dalla potenza delle parole di Cristo, tutto è nuovo per lei. Verso la fine del colloquio, il racconto biblico ci dice, che “la donna lasciò la sua secchia” (Giovanni 4:28) e corse al paese per raccontare l’accaduto ai vicini di avere trovato il Messia atteso. Ecco la coraggiosa impresa, la sua, che tutti i cristiani dovrebbero imitare: “lasciare il secchio della tradizione” e correre a raccontare le meraviglie che Dio ha realizzato nella nostra vita da quando lo abbiamo incontrato nella sua Parola, la Bibbia.
La fiction religiosa nel Cattolicesimo.
Per essere accettata e non fare brutta figura, la chiesa cattolica “recita” quando dice che la Bibbia ha il posto preminente nella predicazione e nelle letture della messa, ma in sostanza è vero il contrario. La Parola di Dio nella messa è un contorno formale, di facciata. Il fulcro, la parte centrale della cerimonia liturgica nella messa, è la distribuzione dell’ostia consacrata ai fedeli, preceduta dalla presunta transustanziazione dell’ostia in virtù delle parole pronunciate dal sacerdote durante l’elevazione sull’altare.
La propaganda cattolica. Sulla rivista cattolica Famiglia cristiana, n. 7 del 2006 leggiamo:
«Mai la Chiesa si allontana dall’insegnamento del Signore; mai insegnerà a noi qualcosa di diverso dal contenuto della Bibbia. Cristo continua a parlarci attraverso il Vangelo e la Chiesa; l’insegnamento che ci viene dato oggi è lo stesso che è stato trasmesso nei duemila anni passati».
CONTINUA…
©Pierluigi Luisetti