Articolo del Dr. Paul Dybdahl tratto da “MINISTRY”. Il titolo originale è: The false security of sincerity. L’autore lo ripropone qui in una nuova veste leggermente adattata. Traduzione a cura di P. Luisetti. Iniziamo la lettura:
“La sincerità deve essere collegata a qualcosa nel senso da dare un significato a qualcosa. È impossibile essere sinceri non essendo integri intorno a una cosa. Con ciò si vuol dire che la sincerità non può essere disgiunta dalle proprie convinzioni”.
1. Le virtù degli antichi
Pensare e scrivere sulle virtù umane è una tradizione perpetuata nel tempo. Platone suggerì che ogni essere umano avrebbe dovuto possedere le quattro virtù cardinali di prudenza, temperanza, coraggio e giustizia. Buddha ha abbracciato la necessità di rinunciare al mondo. Vari scrittori biblici hanno anche elencato le virtù che i seguaci di Dio dovrebbero manifestare nelle loro vite. Ad esempio, l’apostolo Paolo ha esortato i Corinzi a cercare le virtù della fede, della speranza e, soprattutto, dell’amore.
Comunque, la storia ha dimostrato che gli esseri umani non si accontentano di un elenco di virtù del passato. Ciò che Platone e Paolo hanno esortato come virtù centrali nei loro rispettivi giorni, ai nostri giorni potrebbero non essere necessariamente i valori primari accettati dalle persone. Il tempo e il luogo della nostra nascita hanno effetti profondi sui valori che adotteremo e terremo cari. In alcune culture, l’ospitalità e la lealtà sono valori chiave. In altri luoghi, il coraggio e la purezza potrebbero essere visti con maggiore ammirazione. In un contesto diverso, le qualità del dovere, della perseveranza o del patriottismo potrebbero essere più apprezzate.
2. La sincerità è il trend popolare attuale
3. I nostri cuori sono ingannevoli
4. La sincerità può sussistere autonomamente?
5. L’importanza delle convinzioni
6. Una storia vera
7. Una vita di fede e di sincerità
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© Pierluigi Luisetti