Riflessione apologetica di Pierluigi Luisetti.
La legge scritta da Dio e la legge scritta da Mosè. Facciamo chiarezza sui due sistemi legislativi. Quale legge è stata abrogata?
Il ragionamento principale sostenuto da numerose chiese cristiane di stampo evangelico-pentecostale è nella sostanza il seguente: la vecchia legge, ossia i Dieci comandamenti scritti da Dio con il suo dito sulle due tavole di pietra e consegnati a Mosè sul monte Sinai, rappresentava la rivelazione dell’Antico Patto nella funzione della sua santa volontà di fronte all’uomo. Esso, però, è stato abrogato e sostituito dal Nuovo e migliore Patto offerto con la morte di Gesù Cristo sul Calvario quale immensurabile dono della sua grazia salvifica per tutti. Un secondo immensurabile dono consiste nella potente presenza dello Spirito Santo accordato a ciascuno che crede in Lui mediante la nuova nascita, per cui il cristiano nato di nuovo non è più sotto il vincolo della legge ma sotto la guida dello Spirito Santo!
Le comunità evangeliche e pentecostali, presenti in ogni dove nella nostra Italia, si distinguono soprattutto per la condotta liberale, dove lo Spirito ne è il centro e loro guida; ovunque si può udire nei loro ranghi l’eco di questa pretesa di libertà cristiana non assoggettata a dogmi o restrizioni. Tra le altre chiese cristiane fa eccezione la Chiesa cattolica che rispetta e onorala legge di Dio, ma la presenta in
alcune parti nella forma corrotta e amputata nei suoi catechismi. Lì, il secondo comandamento (quello che vieta il culto alle immagini) è sparito completamente, mentre il quarto — divenuto il terzo — recita: “Ricordati di santificare le feste”. A tutte quelle chiese che invocano il Signore Gesù come loro Capo e Maestro, egli direbbe ancora una volta quello che disse a suo tempo: «Ora, perché mi chiamate
“Signore, Signore”, e non fate quello che dico?». Luca 6:46.
Quanto cercherò di illustrare in questo piccolo spazio che mi concedo, è l’aspetto dominante di questa visione distorta che si concentra unicamente sul dono di grazia offerto da Dio al credente, senza le opere della legge. A prima vista, il discorso della sola grazia senza le opere è facilmente accettato da coloro che
chiedono poche rinunce nella loro vita e scorre “liscio e tranquillo” dentro le giunture della loro coscienza. Sotto certi aspetti razionali la sola grazia senza le opere è diventato un Vangelo seducente, ma questa unica visione ha trascurato molte altre parti importantissime rivelate nella Bibbia. Gli altri cristiani (come lo siamo noi Avventisti), che non la pensano come loro, sono qualificati ingiustamente come “fondamentalisti”, “legalisti”, sarebbero “gli otri vecchi”, i quali non lasciano penetrare il “vino nuovo” proclamato nella famosa parabola di Gesú. Marco 2:22. Il peso della vecchia legge di Mosè li terrebbe legati a quel giogo. Purtroppo, chi ragiona così si sbaglia di molto e in varie maniere. Mi sforzerò di provarlo nel seguito.
Ai cristiani Avventisti del Settimo Giorno è rivolto spesso questa domanda del tipo: ma come è possibile questa pratica da voi? Osservate ancora lo shabbat, il sabato? Chi fa discorsi simili dimentica, o ignora per la sua scarsa conoscenza biblica, che il sabato, il settimo giorno, è stato consegnato all’uomo venticinque secoli prima nel paradiso dell’Eden, a creazione ultimata. Sul monte Sinai, dove il popolo di Israele non era ancora stato organizzato come nazione, il sabato fu ricordato e riaffermato come valido perché era sì conosciuto dagli Ebrei, ma purtroppo dimenticato durante i 400 anni di prigionia in Egitto. Se gli Avventisti del Settimo Giorno ubbidiscono alle richieste del quarto comandamento ordinato, benedetto e santificato dall’Eterno come riposo dalle attività lavorative, essi non fanno altro che riconoscerne la sua continua validità. Rivolgendosi ai farisei che lo criticavano perché i suoi discepoli strada facendo in giorno di sabato strappavano delle spighe per mangiarne, Gesù lo riconferma nelle sue parole, dicendo: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato, perciò Il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Marco 2:27,28. Non sarebbe già sufficientemente chiara questa prova scritturale? Come si può ignorare la bellezza e l’importanza di questo comandamento quando si odono obiezioni di questo tipo?
Il sabato non è un “optional” cristiano, è un comandamento, un ordine divino che si allaccia all’opera di Creazione della prima settimana. Non ha assolutamente nulla a che vedere con la risurrezione di Cristo; esso si trova descritto ampliamente in Esodo 20:8-11 che formula, senza alcuna ombra di dubbio, la precisa ragione perché debba essere osservato da tutti e non dimenticarsene: «Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni il Signore fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il Signore ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato».
In molti casi la controargomentazione dei cristiani di stampo liberale ribatte il capitolo di Esodo 28:8-11 generalmente con la nota espressione: “Ma il sabato era valido solo per gli Ebrei! Il cristianesimo primitivo è stato dispensato e sollevato dall’osservanza del sabato! Ora dobbiamo osservare la domenica al suo posto perché essendo questo il giorno della risurrezione di Gesù, è diventato più importante per il cristiano”.
Il JOLLY NELLE CARTE
In assenza di un valido fondamento biblico per tale dispensa, i “cristiani liberali” presentano a loro difesa una serie di versetti di natura complessa estrapolati qui e là dalla Bibbia. Come nel gioco delle carte francesi, questi versetti vengono utilizzati da loro come “Jolly” per invertire a proprio vantaggio la sorte di una situazione sfavorevole, dove nel serrato confronto con gli Avventisti vedono esaurirsi le loro argomentazioni di poco peso. Senza tenere conto di cosa l’apostolo Paolo stia veramente parlando, e
svincolati dal loro contesto storico e culturale, questi “Jolly” scritturali sono prevalentemente “pescati a piacere” nelle sue lettere ai Romani, ai Galati, ai Colossesi, agli Ebrei eccetera.
All’occorrenza, nel confronto verbale con gli Avventisti, questi passaggi biblici travisati, vengono contrapposti e recitati dai cristiani liberali in modo superficiale, inadeguato, altamente puerile ed improprio dal profilo esegetico e contestuale. Certe volte, le citazioni sono accompagnate da costoro con un debole sorriso di compassione che vorrebbero segnare la nostra ignoranza o debole conoscenza
della Bibbia… Ecco due esempi classici con i quali essi vorrebbero confutare quanto noi crediamo e annunciamo (ce ne sono tanti altri, ma non li tratto in questa sede):
1. «…perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede». Romani 10:4, Nuova Diodati. (Vedi nota a fine documento).
2. «Uno stima un giorno più di un altro; l’altro stima i giorni tutti uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente». Romani 14:5, Nuova Diodati.
Voglio fare notare che nel secondo esempio Paolo sta parlando di cibo e non di temi legati alla legge di Dio (p. es. il sabato) o di natura giuridica. Ascoltiamo bene cosa dice il teologo avventista Dr. Ángel Manuel Rodríguez (ex-direttore del Biblical Research Institute (BRI) fino al 2002). Riassumo un suo scritto circa il testo di Romani 14:5: «Poiché nella chiesa primitiva il digiuno era ritenuto importante, alcuni individui consideravano certi giorni favorevoli al digiuno, mentre altri li consideravano tutti dello stesso tenore [uguali]. Questo spiegherebbe la disputa sul cibo. Il riferimento ai “giorni” nel contesto dell’astensione da certi cibi suggerisce giorni di digiuno. Questa è la conclusione cui sono giunti alcuni studiosi, sia avventisti che non avventisti. — Visto? Nessuna allusione al giorno di riposo, nessun cenno!
ANTICO E NUOVO PATTO : LA PROFONDA DIFFERENZA
“Molti cercano di confondere questi due sistemi legislativi, riferendo i testi che parlano della legge cerimoniale alla legge morale, per provare che quest’ultima è stata abolita. Ciò significa travisare le Scritture. Tra i due codici vi è una differenza profonda ed evidente. Il sistema cerimoniale era costituito dai simboli che preannunciavano il Cristo, la sua morte e il suo ruolo di sacerdote in cielo. Il rituale e i sacrifici prescritti da queste norme sarebbero stati osservati dagli ebrei finché l’intero simbolismo non fosse stato adempiuto dalla morte del Cristo, l’Agnello di Dio che porta su di sé le colpe dell’umanità. In quel momento, tutte le offerte sacrificali avrebbero dovuto cessare. È questa legge «l’atto accusatore» che il Cristo «ha tolto di mezzo inchiodandolo sulla croce». Colossesi 2:14. Al contrario, a proposito dei Dieci comandamenti il salmista dichiara: «In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli»”. Salmo 119:89. Ellen G. White (1827-1915), Patriarchi e Profeti, Edizioni AdV, Firenze, 2003, pag. 303,304.
NON SI DEVE RATTRISTARE LO SPIRITO SANTO
Fino a quando tra i cristiani non si sia compreso a fondo la netta distinzione dei due codici legislativi depositati nelle pagine della Bibbia, prevarranno solo scontri ed esacerbate discussioni. Se questa realtà culminasse nella reciproca derisione e sfiducia, potrebbero alzarsi nuove barriere di separazione, oltre a quelle già erette, addirittura, da secoli. Lo scherno teologico innestato in queste dispute non farà altro che dispiacere al nostro Salvatore e rattristare lo Spirito Santo. Efesini 4:30.
Una delle battaglie più dure che noi Avventisti del Settimo Giorno ci troviamo ad affrontare con cristiani di altre chiese, riguarda proprio l’autorità della Bibbia. Noi seguiamo il metodo interpretativo storico-biblico della Scrittura e non quello storico-critico. È la Bibbia che interpreta se stessa, regola dopo regola, precetto dopo precetto, un poco qui, un poco là (Cfr. Isaia 28:13). La Bibbia non si deve usare come uno straccio per fare tabula rasa di tutto ciò che non piace e chiede, se è necessario, di rinunciare alle proprie idee o convinzioni che ci sono così care.
Dove sta allora l’errore interpretativo dei cristiani liberali, citati da me più volte? L’errore capitale sta fondamentalmente annidato nel loro rifiuto di non volere indagare per riconoscere esattamente quale legge sia stata annullata quando nel Nuovo Testamento se ne parla in vari luoghi e in varie riprese. Non dimentichiamo che nel famoso discorso sulla Montagna, il grande Maestro Gesù pronunciò queste parole lapidarie ai suoi contemporanei: “Non pensate che io sia venuto per abrogare la legge o i profeti; non sono venuto ad abrogare ma a compiere”. Matteo 5:17, Bibbia San Paolo. Come si può pensare che le sue parole valessero solo per quel tempo? Chi di noi si permetterà di ignorarle o dare loro un senso diverso?
Riassumiamo dunque quali tipi di legge furono affidati a Mosè sul monte Sinai. Al monte Sinai ci sono stati consegnati due tipi di legge:
I DIECI COMANDAMENTI I Dieci comandamenti hanno valore universale per tutti gli uomini di ogni tempo, scritti da Dio stesso con il suo dito (cfr. Esodo 31:18) su due tavole di pietra. I primi quattro comandamenti mostrano le esigenze di Dio verso tutte le sue creature, mentre negli altri sei insegnano la condotta che ognuno debba mantenere verso il prossimo. Staranno alla base del giudizio divino che si terrà a suo tempo.
LE LEGGI CERIMONIALI Oltre ai Dieci comandamenti, c’è un numero infinito di leggi chiamate cerimoniali, scritte da Mosè su pergamena durante i quaranta giorni di permanenza con il Signore sulla vetta della stessa montagna: trattano la salute, l’alimentazione, la proprietà, l’eredità, la gravidanza, il divorzio, le liti, il prestito di denaro, la guerra eccetera. Questi precetti furono consegnati al popolo di Israele — nel divenire tale nel deserto — ed erano periodicamente riformulati durante le feste solenni (chiamate anche sabati), durante i riti sacrificali e nelle adunanze di adorazione. Si trovano scritti in Levitico e ripetuti in Deuteronomio; avevano una valenza transitoria e non fanno parte del giudizio divino.
Questi rotoli di pergamena erano messi accanto all’arca di Alleanza o del Patto (cfr. Deuteronomio 31:26). Con l’arca del Patto si intende quello scrigno di legno di acacia che conteneva le due tavole di pietra e la verga di Aronne. Queste leggi o prescrizioni, annunciate in quelle severe forme, cessarono di valere dopo la morte di Cristo, il quale le adempì (le sigillò) secondo le Scritture per rendere efficace, completa la nostra salvezza eterna.
COSA ACCADDE AL TEMPIO QUANDO GESÙ MORÌ?
Quando Gesù morì, l’evangelista Matteo, descrivendo il decesso di Gesù all’ora nona, scrisse: «Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò e le rocce si schiantarono». Matteo 27:51. Da quel momento in poi il cerimoniale ebraico condotto dai sacerdoti della tribù dei Leviti, cessò di esistere per sempre, perché questo era “l’ombra di cose future” che dovevano avverarsi con la venuta di Cristo. Questo cerimoniale fu cancellato, quando l’apostolo Paolo scriveva ai Colossesi 2:14: «…avendo cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce…».
L’apostolo parla qui di un documento scritto a mano che fu inchiodato alla croce, (ɊειɄόγɄαɉον = cheirógrafon, nel testo greco) non parla di nessuna legge morale. Pertanto, il comandamento del sabato non è mai stato inteso da nessun apostolo come “figura o ombra di cose future”. Riflettiamo bene il senso di queste parole di San Paolo e non facciamogli dire delle cose che non c’entrano affatto.
E come la mettiamo con l’esortazione dell’apostolo Pietro quando dice nella sua seconda epistola: «Paolo vi ha scritto, secondo la sua sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture». 2 Pietro 3:16.
PICCOLO QUIZ
Che genere di frutti si possono riconoscere nell’immagine accanto? A prima vista, chi non è un intenditore, direbbe che questi frutti sono dei limoni. Non è affatto così: sono dei cedri molto maturi. Questi agrumi sono i capostipiti della famiglia, molto noti al Sud della nostra Penisola.
Con questo quiz ho voluto semplicemente evidenziare che la legge morale e la legge cerimoniale sono per la loro natura “due frutti differenti”, parimente come lo sono il limone e il cedro che vengono utilizzati per scopi alimentari diversi. Lo dichiaro con forza: la legge di Dio e la sua grazia coesistono da sempre e si completano armoniosamente, esse non sono mai state in conflitto tra di loro, né nel passato, né ora, né lo saranno nel futuro fino al ritorno di Cristo!
Faccia quindi attenzione chi predica e insegna la Bibbia ad altri alla leggera, a non interpretare male un solo comandamento della legge morale di Dio per non essere trovato poi da Cristo, quale giudice alla fine dei tempi, come un servitore inutile e, pertanto, gettato nelle tenebre con queste parole: «E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti». Matteo 25:30, Diodati.
Concludo questa breve riflessione con un Salmo che mi è molto caro: «Beato l’uomo che non cammina nel consiglio degli empi, non si ferma nella via dei peccatori e non si siede in compagnia degli schernitori, ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e sulla sua legge medita giorno e notte». Salmo 1;1,2. LND
Nota aggiuntiva: Chi volesse approfondire ulteriormente il senso di cui Paolo alludeva circa il termine (Telos) “fine della legge”, dispongo nel mio sito uno studio ultimato da poco dal titolo: “Cristo è il tesoro (Telos) della legge-non la fine”. Scaricare QUI
Da non mancare: Consiglio a tutti vivamente l’ascolto delle quattro puntate 10,11,12,13 in MP3 (durata media 35 min.) tratte dal Seminario in 36 puntate ALL’ASCOLTO DI DIO (2009) del pastore ed evangelista avventista emerito Domenico Visigalli.
La pagina che offre l’accesso all’intero Seminario (scaricabile in blocco Zip e anche singolarmente) si può raggiungere a questo link QUI
© Pierluigi Luisetti