Il contesto narrativo di 2 Pietro 1:20-21

Nella seconda lettera pastorale Pietro conferma le verità già da lui annunciate a voce precedentemente. All’apostolo stava a cuore di ricordare ai destinatari della sua lettera pastorale, quanto avesse già predicato loro in una precedente occasione in loro presenza. Tra le altre cose condivise, riteneva necessario rievocare per iscritto l’evento accadutogli sul monte Tabor. Infatti, lui stesso insieme agli altri due discepoli Giovanni e Giacomo, ebbero il privilegio di vedere la trasfigurazione di Cristo quando egli parlò con Elia e Mosè. In quella circostanza tutti e tre i discepoli udirono la voce di Dio Padre dalla nuvola che confermava la missione del Figlio: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo» (Matteo 17:5, u.p.). Per sfatare nei lettori l’insorgenza di qualche dubbio su quell’evento, Pietro dice: «non siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà». (2 Pietro 1:16, NR 2006). Nelle sue  raccomandazioni, l’apostolo Pietro prosegue puntualizzando: «Abbiamo inoltre la parola profetica più salda, farete bene a prestarle attenzione, come ad una lampada in un luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori» (vers. 19, NR 2006).

Come abbiamo spiegato pocanzi, il contesto tracciato da Pietro è oltremodo chiaro, anzi chiarissimo, nessuno può permettersi di ignorarlo. Il perno attorno al quale ruota tutto il discorso di Pietro è la parola profetica che resta più sicura, ancora più salda della scena che ha vissuto sul monte quale testimone della glorificazione di Cristo e confermata dalla voce del Padre dal cielo. La sua esperienza vissuta fu talmente impressa nella sua mente che non poteva fare a meno di raccontarla ai fratelli nella fede ogni volta che ne aveva l’opportunità di rievocarla.

Lo scopo di questa mia indagine è volta a dirigere la nostra attenzione verso un noto passaggio della Bibbia, la cui voce è stata alterata con intenzione. Traspare l’interesse di trasmettere al lettore un concetto diverso, un assunto con il quale non si può assolutamente concordare. Perché no? Quello che ci autorizza a crederlo, lo scopriremo nel corso della nostra piccola ricerca che faccio seguire. Il testo biblico, del quale ci occuperemo in questa sede, è 2 Pietro 1:20,21 (Conferenza Episcopale Italiana, CEI 1974, CEI 2008).

20 «Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, 21 poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio».

Continua…