Si nota spesso che Gesù parla dell’inferno più di chiunque altro nel Nuovo Testamento. Questo attesta la realtà dell’inferno, certo, ma non ci dice nulla sulla natura e le conseguenze del destino che Gesù una volta definì “la punizione eterna”. Infatti, Gesù non parla solo della punizione finale; descrive anche in che cosa consisterà tale punizione in vari modi. Non è più sufficiente presumere di conoscere già le risposte date da altri, ma sarà utile leggere Gesù anche alla luce delle interessanti supposizioni qui esposte. Se desideriamo prendere Gesù sul serio in questa materia, dobbiamo prestare molta attenzione a ciò che dice realmente. A questo arduo compito il Dr. Kim Papaioannou ha dedicato la sua energia e i suoi sforzi accademici.
Quando si chiede di descrivere la natura precisa della punizione infernale, anche i credenti più religiosi e consapevoli di oggi, spesso, non sono d’accordo tra di loro. Non è sempre stato così, ma lo è certamente oggi. A coloro che credono che almeno alcuni esseri umani saranno infine gettati irreversibilmente all’inferno si offrono due scenari sorprendentemente contrastanti o contrapposti. Vediamoli insieme:
Il primo scenario si profila così: secondo la tradizionale visione maggioritaria di molti cristiani, coloro che saranno definitivamente perduti continueranno comunque a esistere per sempre all’inferno. Lì soffriranno un tormento cosciente senza fine dell’anima, del corpo o di entrambi.
Il secondo scenario si profila così: la visione biblica dell’inferno postulata da un numero minoritario di cristiani (gli Avventisti del Settimo Giorno sono tra questa minoranza), non include il tormento perpetuo, ma piuttosto l’estinzione totale ed eterna. Questa rappresentazione è di origine biblica, non contraria a molte dichiarazioni bibliche ed è coerente con il carattere di Dio rivelato in Gesù Cristo.
La scrittrice cristiana americana Ellen White (1827-1915) ci aiuta a comprendere questa visione del carattere di Dio con queste sagge parole (Il gran conflitto, cap. 33):
«La mente umana non può valutare il male provocato dall’eresia dei tormenti eterni. La religione della Bibbia, che esprime amore, bontà e compassione, viene oscurata dalla superstizione e rivestita dal terrore. Quando si considera sotto quale falsa luce Satana abbia presentato il carattere di Dio, c’è forse da stupirsi che il nostro misericordioso Creatore, sia temuto e perfino odiato? Quelle terribili idee su Dio, che sono state diffuse nel mondo proprio dal pulpito, hanno prodotto migliaia, se non addirittura milioni di scettici e di increduli. La teoria dei tormenti eterni è una delle false dottrine che costituiscono “il vino dell’abominazione di Babilonia, che è stato fatto bere alle nazioni”» (cfr. Apc. 14:8; Apc. 17:2).
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